12 Maggio 2009
L’ebreo che spiega Gesù alla Chiesa
Il paradosso di Jacob Neusner, il rabbino che prendendo le parti dei farisei ha «aperto gli occhi» a Benedetto XVI sulla grandiosa pretesa di Cristo
di Luigi Amicone
Jacob Neusner è considerato il più grande specialista vivente di letteratura rabbinica antica. Ha scritto un libro su Gesù e ha benedetto il viaggio che il Papa sta compiendo in Terra Santa. Perché? «Perché mi piacciono i cristiani e perché rispetto il cristianesimo». Tutto qui? Sosteneva Kieerkegaard che Gesù di Nazareth e la sua pretesa di aver portato il cielo sulla terra, di essere Dio stesso in terra, «è l’unico caso serio della storia». Perciò «tu devi prendere posizione di fronte a Cristo». Neusner è uno dei pochi contemporanei a farlo davvero. La sua posizione, raggiunta dopo la frequentazione di Gesù nel vangelo di Matteo, è sorprendente? Nient’affatto. Il rabbino non si converte a Cristo, non lo segue e continua a stare “con i farisei”. Perché? Perché Cristo si è detto signore del sabato. Perché ha identificato se stesso con la Torah. Perché Gesù ha chiamato i suoi discepoli in prima persona e si è appellato alla libertà di un “io” invece che al “noi” dell’Eterno Israele. Perché, infine, ha la pretesa “impressionante” e “sbalorditiva”, «egli e i suoi discepoli», di aver «preso il posto dei sacerdoti nel tempio; il luogo santo è cambiato e si identifica con il gruppo formato da Gesù e dai suoi discepoli». E allora dove sta l’originalità dell’ebreo che capisce che «l’alternativa è tra: “Ricordati di santificare il sabato” e “Il Figlio dell’uomo è il signore del sabato”. Non possiamo scegliere entrambi»? Dove sta l’interesse della constatazione che «la Torah sta in un mondo, Cristo in un altro»? Intanto originalità e interesse stanno nella conferma della serietà e gravità del “caso”. Come annota Neusner, non si tratta di parole o di idee. Si tratta di un avvenimento e di una persona. «Comprendo, infatti, che solo Dio può esigere da me quello che sta chiedendo Gesù». «Noi comprendiamo adesso che alla fine c’è proprio la figura di Gesù e non tanto i suoi insegnamenti».
Riepilogando. È giunto alla sua terza edizione italiana Un rabbino parla con Gesù (San Paolo), libro doppiamente straordinario. In primo luogo perché riesce nell’impresa di portare il dialogo ebraico-cristiano oltre le secche della discussione storica e teologica offrendoci una testimonianza limpida e persuasiva di cosa sia un’esperienza viva di ebraismo (mentre, sostiene Neusner, «a parte poche sorgenti di ortodossia l’ebraismo rappresenta oggi in Europa una religione morta»). La seconda ragione di straordinarietà sta nella interpretazione-recensione che dell’approccio a Gesù secondo Neusner ha dato niente meno che il papa Benedetto XVI. Il quale, nel suo Gesù di Nazaret, segnala il volume del rabbino americano così: «Il grande erudito ebreo Jacob Neusner in un importante libro si è, per così dire, inserito tra gli ascoltatori del Discorso della montagna e ha poi cercato di avviare un colloquio con Gesù intitolato A Rabbi Talks with Jesus (Un rabbino parla con Gesù). Questa disputa condotta con rispetto e franchezza tra un ebreo credente e Gesù, il figlio di Abramo, più di altre interpretazioni del Discorso della montagna a me note, mi ha aperto gli occhi sulla grandezza della parola di Gesù e sulla scelta di fronte alla quale ci pone il Vangelo». Non vi sembrano sconcertanti le parole del Santo Padre? «Mi ha aperto gli occhi». Ma la figura del Nazareno non dovrebbe essere la specialità bimillenaria (oltre che la “ragione sociale”) delle Chiese cristiane? Dunque quale sarebbe il segreto che renderebbe così speciale l’approccio di Neusner, come lascia intendere addirittura il Pontefice? Cosa del Gesù visto da un ebreo osservante ha entusiasmato Benedetto XVI tanto da fargli mettere nero su bianco un giudizio così lusinghiero da corrodere implicitamente tanta apologetica cristiana – proprio lui, il Papa-teologo, il professore Ratzinger, l’ex prefetto del Sant’uffizio, il Defensor Fidei, il Vicario di Cristo? Come si spiega tanta accoglienza a una posizione che dichiara «senza scuse, senza inganno, senza infingimento» di voler «riaffermare semplicemente la Torah del Sinai sopra e contro il Gesù di Matteo»? Il segreto sta nel fatto che mentre a tutt’oggi prevale una riduzione del cristianesimo a interpretazione sentimentale o specialistica (almeno così sembra emergere in tanta omiletica chiesastica e nella pubblicistica-biada di massa che ci arride dalle vetrine delle librerie), con l’opera di Neusner torna in auge la “simpatia per l’oggetto” della disputa. Torna una ragione aperta alla considerazione del fenomeno Gesù così come esso si è presentato nella storia e nella testimonianza di chi gli ha voluto bene, non come si immagina che egli avrebbe dovuto essere o essersi presentato per tramite di chi lo ha conosciuto. Perciò il nostro rabbino immagina di mescolarsi tra la folla di discepoli, curiosi, ostili, semplice gente comune riunita alle pendici del monte presso il lago di Tiberiade per ascoltare “il discorso delle Beatitudini”. Egli interloquisce con Gesù seguendo come filo rosso il vangelo di Matteo, «il più “ebraico” dei vangeli», e mettendolo a confronto con la Torah.
Un vero maestro in Israele
Molti sono i punti di contatto ed è impossibile non riconoscere in Gesù un vero ebreo e un maestro in Israele. Il fatto è – pretesa pazzesca e inaccettabile da chi ritiene peraltro che «Mosè ha detto molto di più, stando sulla montagna» – che Egli identifica e riassume l’intera Torah nella sua persona. Insomma, ciò che oggi non è per niente scontato nelle Chiese cristiane, dove il Nazareno rischia di essere tramandato come un mito consolatorio, fermo alla “Parola” di un passato piuttosto esangue e anacronistico, per l’ebreo pio e osservante Jacob Neusner invece è una pretesa viva. Che va presa alla lettera, esattamente per quello che dice di essere. E cioè non una fonte di ispirazione morale, sociale, legislativa. Ma uno che reclama un “tu” e una sequela totalizzante.
Così, la domanda di ieri è la stessa di oggi, di sempre: «E voi, chi dite che io sia?». La domanda posta da Gesù è la stessa che sembra fare da sfondo alle folgoranti riflessioni, ai paragoni e alle conclusioni dell’ininterrotto dialogo che Neusner stabilisce nell’arco della sua narrazione tra il “maestro nazareno”, la Torah, i maestri, i saggi e i profeti dell’“Eterno Israele”. Ristabilendo così – paradossalmente, da parte di un rabbino – il metodo proprio del cristianesimo. Che non è anzitutto quello storico o spiritualistico, ma proprio quello personale di porsi con apertura e immaginazione davanti alla persona di Cristo, alla sua pretesa, alla sua logica, alla sua avventura umana.
http://www.tempi.it/cultura/006682-l-ebreo-che-spiega-ges-alla-chiesa
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sabato 23 maggio 2009
mercoledì 12 novembre 2008
SECONDA QUERELA CONTRO LA CHIESA CATTOLICA PER ABUSO DELLA CREDULITÀ POPOLARE
Axteismo) SECONDA QUERELA CONTRO LA CHIESA CATTOLICA PER ABUSO DELLA CREDULITÀ POPOLARE
- 11/11/2008
Comunicato Stampa - da pubblicare e rilanciare
SECONDA QUERELA CONTRO LA CHIESA CATTOLICA PER ABUSO DELLA CREDULITÀ POPOLARE
Gesù Cristo non è un personaggio esistito.
Viterbo - Rovigo - Dopo la prima denuncia contro la Chiesa cattolica nella persona del parroco di Bagnoregio, don Enrico Righi, per abuso della credulità popolare e sostituzione di persona, terminata in seguito all'archiviazione del Tribunale di Viterbo e alla respinta del Tribunale di Strasburgo per vizio di forma, Luigi Cascioli ne ha presentata una seconda, sempre per gli stessi reati, contro Mons. Lucio Soravito de Franceschi, vescovo di Rovigo.
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI ROVIGO
Il sottoscritto Luigi Cascioli, residente in Roccalvecce (Viterbo) via delle Province 45/B
ESPONE QUANTO SEGUE
Il sottoscritto, dopo lunghi e approfonditi studi consistenti anche (e non solo) in un'esegesi testuale del Vecchio e Nuovo Testamento, è arrivato alla conclusione che molti dei fatti presentati come veri e storici dalle "Sacre Scritture" sono in realtà dei falsi, primo fra tutti la storicizzazione della figura di Gesù il Cristo, per buona parte mutuata sulla figura di Giovanni di Gamala, figlio di Giuda il Galileo, discendente della stirpe degli Asmonei.
Le motivazioni che hanno condotto il sottoscritto a tale conclusione sono dettagliatamente esposte nel libro che si allega al presente esposto, del quale costituisce parte integrante e sostanziale. Con il seguente esposto non si vuole contestare la libertà dei cristiani di professare la propria fede, sancita dall'art. 19 della Costituzione, ma si vuole stigmatizzare l'abuso che la Chiesa Cattolica commette avvalendosi del proprio prestigio per inculcare come fatti reali e storici quelle che non sono altro che invenzioni.
Un chiaro esempio di tale abuso è stato commesso da Mons. Lucio Soravito de Franceschi, vescovo della diocesi di Rovigo, allorché ha sostenuto in un messaggio pastorale del 23 dicembre 2005 la figura storica di Gesù affermando falsamente: «Dio (Gesù) nascendo in un luogo ben definito, Betlemme, e in un preciso momento storico: al tempo di Augusto, sotto il governatore della Siria Quirinio, durante il censimento: Gesù non è mito, non è una favola, ma una realtà che appartiene alla nostra storia».
Che la figura di Gesù sia stata costruita per intero su quella di certo Giovanni di Gamala, figlio di Giuda detto il Galileo, risulta in maniera inconfutabile da una si grande quantità di prove da togliere ogni dubbio sulle falsificazioni operate dai redattori dei vangeli. Basterebbe soltanto quella riguardante la trasformazione dell'appellativo Nazireo, con cui veniva chiamato Giovanni di Gamala, in quella di Nazareno data a Gesù, quale abitante di Nazaret, per dimostrare nella maniera più assoluta la sostituzione di Persona.
Da un punto di vista penalistico, tali falsificazioni storiche possono integrare le fattispecie di due reati: l'abuso della credulità popolare e la sostituzione di persona (nel caso di Gesù Cristo).
Ai sensi dell'art. 661 C.P., si ha abuso della credulità popolare quando taluno, per mezzo d'imposture, trae in inganno una moltitudine di persone. Nel caso di specie, i ministri del culto della Chiesa Cattolica, come Mons. Lucio Soravito de Franceschi, commettendo dei falsi storici (quindi presentando come veri e realmente accaduti dei fatti inventati funzionali alla dottrina religiosa) ingannano tutte le persone che vengono a contatto con l'insegnamento di tale religione inducendoli a credere nella stessa sulla base non di argomentazioni puramente teologiche (del tutto lecite e ammissibili), ma sulla base di un'ingannevole rappresentazione dei fatti. Il reato è contravvenzionale, per cui è sufficiente l'elemento psicologico della colpa, che è certamente riscontrabile in tutti i ministri del culto cattolico (quindi anche di Mons. Lucio Soravito de Franceschi), atteso che non è possibile che persone istruite e che, per vocazione e mestiere, studiano continuamente la Bibbia e i Vangeli non si siano accorte delle numerose e ripetute falsità (anche grossolane) contenute in tali scritti. Per quanto attiene al delitto di sostituzione di persona, esso si riscontra allorquando un soggetto, per trarre vantaggio, induce altri in errore attribuendo, a se o ad altri, un falso nome.
Nel caso in esame, il libro "La Favola di Cristo", (cui rimando per più esaurienti spiegazioni) dimostra che Gesù Cristo non è mai esistito e che sotto tale nome si cela tal Giovanni di Gamala.
Quindi Mons. Lucio Soravito de Franceschi che fa proselitismo, come tutti i ministri della Chiesa, per trarre vantaggio dal numero dei fedeli che tanto è maggiore e tanto più grande sarà l'introito economico derivante dalle sue offerte, tra cui quella dell'8 per mille abbinata alla dichiarazione dei redditi, inducendo in errore, sulla base di tali falsità, coloro i quali ricevono il messaggio, commette il reato previsto e punito dall'articolo 494 del Codice Penale.
Tra l'altro, per integrare il reato in parola, "non è necessario che il fine propostosi dall'agente sia di per se stesso illecito o di natura patrimoniale, ben potendo essere lecito e non patrimoniale" (Cass.pen. n. 10805/98 -- n 3645/99 -- n 230694/04 -- 1910/05).
L'elemento soggettivo richiesto è il dolo specifico che sussiste in tutti questi soggetti che, pur essendo consapevoli di tale falsità, non si fanno scrupolo di continuare a propalare come fa Mons. Lucio Soravito de Franceschi.
La responsabilità del Sommo Pontefice può essere solo morale, attesa la sua immunità ai sensi dell'articolo 3 -- I comma C.P., mentre per gli altri ministri del culto cattolico (come nel caso specifico Mons. Lucio Soravito de Franceschi) è da prospettarsi di natura penale.
La continua presentazione di fatti falsi gabellati come veri lede anche la tranquillità morale e la serenità dell'esponente, con conseguente danno di emotional distress, di cui si chiederà il risarcimento del danno nelle opportune sedi, mediante tempestiva costituzione di parte civile, che si riserva fin d'ora.
Il sottoscritto rimanendo a disposizione dell'autorità giudiziaria per fornire ogni chiarimento, si riserva d'integrare quanto esposto e chiede espressamente di essere sentito sui fatti di cui sopra.
Tanto premesso e considerato, il sottoscritto Luigi Cascioli presenta formale
DENUNCIA-QUERELA
nei confronti di Mons. Lucio Soravito de Franceschi, residente presso la diocesi in via Sichirollo 18 45100 Rovigo, per i reati p.e p. degli articoli 494 e 661 C.P., nonché per ogni altro reato che la Signoria Vostra Illustrissima vorrà ravvisare nel comportamento sopra descritto.
Con riserva di costituzione di parte civile nei modi e nei tempi stabiliti dalla legge, chiedo, ex art. 408 C.P.P. di essere informato in caso di archiviazione della notizia criminis.
Si allega alla presente denuncia il libro "La Favola di Cristo" e la copia della lettera pastorale a miglior riprova di quanto esposto.
Roccalvecce 08/11/2008
Con osservanza.
Luigi Cascioli
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Nella foto il cristologo Luigi Cascioli, attorniato dalle televisioni internazionali, autore dei libri denuncia:
"La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù"
"La Morte di Cristo - Cristiani e Cristicoli"
Riferimenti:
www.luigicascioli.it
http://nochiesa.blogspot.com
Interviste, conferenze, convegni e altro tel. 3393188116
"Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza.
Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima
o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente,
ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri".
Joseph Pulitzer, Fondatore Premio Pulitzer
Questo testo è in regime di Copyleft: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata
purché l'articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo,
citando il nome dell'autore e riportando questa scritta.
Fonte: http://nochiesa.blogspot.com
Diffusione: Axteismo Press l'Agenzia degli Axtei, Atei e Laici
http://nochiesa.blogspot.com
Considerato l'attuale gravissimo stato di censura e di manipolazione delle informazioni
da parte dei media, si invita alla massima pubblicazione e diffusione.
http://www.radicalimilano.it/public/Rassegna-Stampa/visua.asp?dati=ok&id=4248
- 11/11/2008
Comunicato Stampa - da pubblicare e rilanciare
SECONDA QUERELA CONTRO LA CHIESA CATTOLICA PER ABUSO DELLA CREDULITÀ POPOLARE
Gesù Cristo non è un personaggio esistito.
Viterbo - Rovigo - Dopo la prima denuncia contro la Chiesa cattolica nella persona del parroco di Bagnoregio, don Enrico Righi, per abuso della credulità popolare e sostituzione di persona, terminata in seguito all'archiviazione del Tribunale di Viterbo e alla respinta del Tribunale di Strasburgo per vizio di forma, Luigi Cascioli ne ha presentata una seconda, sempre per gli stessi reati, contro Mons. Lucio Soravito de Franceschi, vescovo di Rovigo.
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI ROVIGO
Il sottoscritto Luigi Cascioli, residente in Roccalvecce (Viterbo) via delle Province 45/B
ESPONE QUANTO SEGUE
Il sottoscritto, dopo lunghi e approfonditi studi consistenti anche (e non solo) in un'esegesi testuale del Vecchio e Nuovo Testamento, è arrivato alla conclusione che molti dei fatti presentati come veri e storici dalle "Sacre Scritture" sono in realtà dei falsi, primo fra tutti la storicizzazione della figura di Gesù il Cristo, per buona parte mutuata sulla figura di Giovanni di Gamala, figlio di Giuda il Galileo, discendente della stirpe degli Asmonei.
Le motivazioni che hanno condotto il sottoscritto a tale conclusione sono dettagliatamente esposte nel libro che si allega al presente esposto, del quale costituisce parte integrante e sostanziale. Con il seguente esposto non si vuole contestare la libertà dei cristiani di professare la propria fede, sancita dall'art. 19 della Costituzione, ma si vuole stigmatizzare l'abuso che la Chiesa Cattolica commette avvalendosi del proprio prestigio per inculcare come fatti reali e storici quelle che non sono altro che invenzioni.
Un chiaro esempio di tale abuso è stato commesso da Mons. Lucio Soravito de Franceschi, vescovo della diocesi di Rovigo, allorché ha sostenuto in un messaggio pastorale del 23 dicembre 2005 la figura storica di Gesù affermando falsamente: «Dio (Gesù) nascendo in un luogo ben definito, Betlemme, e in un preciso momento storico: al tempo di Augusto, sotto il governatore della Siria Quirinio, durante il censimento: Gesù non è mito, non è una favola, ma una realtà che appartiene alla nostra storia».
Che la figura di Gesù sia stata costruita per intero su quella di certo Giovanni di Gamala, figlio di Giuda detto il Galileo, risulta in maniera inconfutabile da una si grande quantità di prove da togliere ogni dubbio sulle falsificazioni operate dai redattori dei vangeli. Basterebbe soltanto quella riguardante la trasformazione dell'appellativo Nazireo, con cui veniva chiamato Giovanni di Gamala, in quella di Nazareno data a Gesù, quale abitante di Nazaret, per dimostrare nella maniera più assoluta la sostituzione di Persona.
Da un punto di vista penalistico, tali falsificazioni storiche possono integrare le fattispecie di due reati: l'abuso della credulità popolare e la sostituzione di persona (nel caso di Gesù Cristo).
Ai sensi dell'art. 661 C.P., si ha abuso della credulità popolare quando taluno, per mezzo d'imposture, trae in inganno una moltitudine di persone. Nel caso di specie, i ministri del culto della Chiesa Cattolica, come Mons. Lucio Soravito de Franceschi, commettendo dei falsi storici (quindi presentando come veri e realmente accaduti dei fatti inventati funzionali alla dottrina religiosa) ingannano tutte le persone che vengono a contatto con l'insegnamento di tale religione inducendoli a credere nella stessa sulla base non di argomentazioni puramente teologiche (del tutto lecite e ammissibili), ma sulla base di un'ingannevole rappresentazione dei fatti. Il reato è contravvenzionale, per cui è sufficiente l'elemento psicologico della colpa, che è certamente riscontrabile in tutti i ministri del culto cattolico (quindi anche di Mons. Lucio Soravito de Franceschi), atteso che non è possibile che persone istruite e che, per vocazione e mestiere, studiano continuamente la Bibbia e i Vangeli non si siano accorte delle numerose e ripetute falsità (anche grossolane) contenute in tali scritti. Per quanto attiene al delitto di sostituzione di persona, esso si riscontra allorquando un soggetto, per trarre vantaggio, induce altri in errore attribuendo, a se o ad altri, un falso nome.
Nel caso in esame, il libro "La Favola di Cristo", (cui rimando per più esaurienti spiegazioni) dimostra che Gesù Cristo non è mai esistito e che sotto tale nome si cela tal Giovanni di Gamala.
Quindi Mons. Lucio Soravito de Franceschi che fa proselitismo, come tutti i ministri della Chiesa, per trarre vantaggio dal numero dei fedeli che tanto è maggiore e tanto più grande sarà l'introito economico derivante dalle sue offerte, tra cui quella dell'8 per mille abbinata alla dichiarazione dei redditi, inducendo in errore, sulla base di tali falsità, coloro i quali ricevono il messaggio, commette il reato previsto e punito dall'articolo 494 del Codice Penale.
Tra l'altro, per integrare il reato in parola, "non è necessario che il fine propostosi dall'agente sia di per se stesso illecito o di natura patrimoniale, ben potendo essere lecito e non patrimoniale" (Cass.pen. n. 10805/98 -- n 3645/99 -- n 230694/04 -- 1910/05).
L'elemento soggettivo richiesto è il dolo specifico che sussiste in tutti questi soggetti che, pur essendo consapevoli di tale falsità, non si fanno scrupolo di continuare a propalare come fa Mons. Lucio Soravito de Franceschi.
La responsabilità del Sommo Pontefice può essere solo morale, attesa la sua immunità ai sensi dell'articolo 3 -- I comma C.P., mentre per gli altri ministri del culto cattolico (come nel caso specifico Mons. Lucio Soravito de Franceschi) è da prospettarsi di natura penale.
La continua presentazione di fatti falsi gabellati come veri lede anche la tranquillità morale e la serenità dell'esponente, con conseguente danno di emotional distress, di cui si chiederà il risarcimento del danno nelle opportune sedi, mediante tempestiva costituzione di parte civile, che si riserva fin d'ora.
Il sottoscritto rimanendo a disposizione dell'autorità giudiziaria per fornire ogni chiarimento, si riserva d'integrare quanto esposto e chiede espressamente di essere sentito sui fatti di cui sopra.
Tanto premesso e considerato, il sottoscritto Luigi Cascioli presenta formale
DENUNCIA-QUERELA
nei confronti di Mons. Lucio Soravito de Franceschi, residente presso la diocesi in via Sichirollo 18 45100 Rovigo, per i reati p.e p. degli articoli 494 e 661 C.P., nonché per ogni altro reato che la Signoria Vostra Illustrissima vorrà ravvisare nel comportamento sopra descritto.
Con riserva di costituzione di parte civile nei modi e nei tempi stabiliti dalla legge, chiedo, ex art. 408 C.P.P. di essere informato in caso di archiviazione della notizia criminis.
Si allega alla presente denuncia il libro "La Favola di Cristo" e la copia della lettera pastorale a miglior riprova di quanto esposto.
Roccalvecce 08/11/2008
Con osservanza.
Luigi Cascioli
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Nella foto il cristologo Luigi Cascioli, attorniato dalle televisioni internazionali, autore dei libri denuncia:
"La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù"
"La Morte di Cristo - Cristiani e Cristicoli"
Riferimenti:
www.luigicascioli.it
http://nochiesa.blogspot.com
Interviste, conferenze, convegni e altro tel. 3393188116
"Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza.
Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima
o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente,
ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri".
Joseph Pulitzer, Fondatore Premio Pulitzer
Questo testo è in regime di Copyleft: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata
purché l'articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo,
citando il nome dell'autore e riportando questa scritta.
Fonte: http://nochiesa.blogspot.com
Diffusione: Axteismo Press l'Agenzia degli Axtei, Atei e Laici
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